PORTO SANT’ELPIDIO – Volano gli stracci tra maggioranza e opposizione sul Gigli, l’ex cineteatro in piazza Garibaldi che il sindaco ha deciso di acquistare a 2.830.000 euro, 120.000 euro meno di quanto chiedeva la proprietà ma, per le minoranze in consiglio, una cifra comunque esagerata. Il Laboratorio Civico presenta l’esposto alla Corte dei Conti e alla Procura e pone una serie di interrogativi all’amministrazione per una trattativa che ritiene poco chiara.
Il gruppo di Alessandro Felicioni rimarca a suon di carte bollate tutte le incongruenze di una storia che parte nel 2017: «mancavano pochi mesi alle elezioni che avrebbero riconfermato il sindaco uscente, si capisce che puntava a essere riconfermato – affondano i civici – così cominciò la demolizione e ricostruzione dell’immobile, dopo vari passaggi di mano tra privati. Non si è pensato all’esproprio e oggi, in piena pandemia, si decide di comprare. Ci domandiamo per quale motivo si procede con l’acquisto, compresa una porzione a destinazione commerciale, comprando a caro prezzo quegli spazi per affittarli ai privati. Non siamo un’agenzia immobiliare. Non si capisce la ragione per la quale il comune diventa impresa e investe, con un’operazione che produce costi certi e entrate incerte: gli incassi degli affitti». Il Laboratorio si domanda se si sia valutata la solidità del privato venditore, se ci si è tutelati, ritenendo che tutte le attenzioni siano concentrate sul Gigli mentre la vocazione turistica di una cittadina rivierasca richiede molto altro. A quest’affondo risponde la capogruppo Pd Annalinda Pasquali che va all’attacco «chi esordisce con l’immoralità dell’operazione Gigli o parla di esproprio fa demagogia e non ha memoria. Innanzi tutto l’acquisto deve essere inteso come un investimento che va ad arricchire il patrimonio pubblico e, secondariamente, un’opportunità che consente di scegliere le future funzioni degli spazi.
La piazza con l’ex cineteatro sono il cuore della città, il Gigli deve far parte del piano per il centro, si finanzierà con spese di parte capitale o con la contrazione di mutui. La pandemia si affronta con le spese di parte corrente. Non esiste neppure il problema della competitività tra le future attività che potranno essere presenti nella parte commerciale e quelle in piazza perché tutti i commercianti potranno fare richiesta di quegli spazi, anche chi ha l’attività in piazza. L’accordo deve ancora essere definito e ci saranno occasioni per discuterne in commissione» chiosa Pasquali, che a proposito di esproprio ricorda quanto accadde con il campo da calcio Belletti, il Comune fu chiamato a comparire davanti al giudice per definire il valore finale. Anche per via Martiri delle Foibe ancora non si riesce a entrare in possesso della terra.