Approvata la mozione presentata da Andrea Maria Antonini, Lega, primo firmatario, e sottoscritta dai colleghi di maggioranza Marco Marinangeli, Jessica Marcozzi, Andrea Putzu, Giacomo Rossi ed Andrea Assenti. «Ben venga inserire i biodigestori nei piani d’ambito dei rifiuti, sono una soluzione moderna, efficace per la trasformazione della frazione organica, ma la scelta non può essere imposta dall’alto. Il confronto con il territorio è indispensabile» dichiara Antonini concluso il consiglio regionale che ha approvato la mozione con cui si chiede di sospendere l’iter amministrativo per la costruzione di un biodigestore in Valdaso.
«Il mancato coinvolgimento degli amministratori e delle comunità locali è una responsabilità non solo politica, ma è anche un vizio formale rispetto ad un procedimento così importante» continua la nota ma il Pd va allo scontro. I consiglieri regionali Anna Casini e Fabrizio Cesetti sono sconcertati «dal comportamento della destra in consiglio regionale che ha detto no alla nostra richiesta di adottare tutti i provvedimenti di sua competenza per una rivalutazione o una revoca degli atti autorizzativi per il biodigestore sulla Valdaso. Sarebbe stato utile sedere intorno a un tavolo per risolvere i problemi ma si è scelto di politicizzare la questione riducendo un procedimento tecnico a un tema politico. La Regione ha tutti i mezzi per fermare il percorso. Abbiamo presentato una risoluzione che è stata bocciata. Questa della maggioranza è un’azione fatta solo per buttare la croce addosso a tecnici e funzionari e non per trovare soluzioni. Grave l’atteggiamento della Regione che ha scelto di mettersi sulle barricate, ancor più grave è il comportamento dei partiti che scelgono di farne una questione partitica. Sbalorditivo il pressappochismo con il quale “illustri” esponenti di Lega e Fratelli d’Italia hanno affrontato tematiche così delicate come quelle ambientali. La Regione può fermare il procedimento a partire dalla richiesta di proprietà dell’area come riportato nel decreto della Regione, ma a quanto pare gli interessi sono altri».
La risposta dei consiglieri di destra in maggioranza «è incredibile che il Pd, che per anni ha ignorato la questione, ora salga sul pulpito in difesa dei cittadini della Valdaso. È sbagliato calare dall’alto uno strumento che rappresenta, per la sua stessa funzione, la capacità di fare sistema in modo virtuoso. Le scelte sul trattamento dei rifiuti per la politica non devono rappresentare un obbligo, ma l’occasione di muovere l’azione sui binari della visione amministrativa di prospettiva per i territori. Non è più tempo dei blitz che si portano dietro il dubbio di finalità recondite. Alla maggioranza di centrodestra questo metodo non appartiene: come insito nel mandato di cambiamento che i marchigiani hanno voluto affidarci, daremo il nostro contributo perché tutte le voci del territorio abbiano l’opportunità di esprimersi pienamente».
Nei giorni scorsi si era espresso chiaramente l’assessore regionale Guido Castelli in proposito «ho la netta sensazione che il sindaco di Force Augusto Curti e il presidente della Provincia di Ascoli Sergio Fabiani stiano cercando, in maniera decisamente strumentale, di coinvolgere la Regione, lasciando intendere che l’esito del procedimento dipenda dalle scelte di Palazzo Raffaello. Così non è, almeno dal punto di vista tecnico-amministrativo». La maggioranza di centrodestra ad Ancona ha predisposto una mozione contraria alla localizzazione dell’impianto nella Valdaso: «la legge è chiara nello stabilire che l’Ente che governa l’intera questione è la provincia di Ascoli Piceno – spiega l’ex sindaco di Ascoli oggi assessore regionale al Bilancio – il parere reso dalla Regione riguarda solo un aspetto marginale e deriva solo dal fatto che l’impianto sarebbe alimentato da fonte rinnovabile. La Provincia di Ascoli, constatato il mancato coinvolgimento nella procedura di Via di alcuni comuni che potrebbero subire le ricadute del progetto, può sospendere o revocare la procedura».
Interviene sul punto anche il segretario provinciale dei Popolari Marche-Udc Moreno Bellesi che esprime le stesse posizioni di Castelli: «abbiamo già dimostrato con i fatti la nostra vicinanza ai cittadini e alle istituzioni della Valdaso, abbiamo preso una posizione netta e contraria al biodigestore di quelle dimensioni e in quel sito del Comune di Force ribadendo che la sua realizzazione è la cosa giusta nel posto sbagliato. Non si può compromettere l’economia di un intero territorio che vanta produzioni agricole di eccellenza e che ha conservato il delicato equilibrio ambientale. Il Pd si parli dentro casa e faccia revocare il relativo procedimento amministrativo dal Comune di Force e dalla Provincia di Ascoli Piceno prima che sia troppo tardi, in caso contrario se ne assumeranno la responsabilità».