Dalla domenica delle Palme l’invito del parroco alla cacarella per i fedeli che la mattina del 28 marzo si sono recati in chiesa non per partecipare alla messa ma per prendere il ramoscello d’ulivo e tornarsene a casa. Don Tony Venturiello, nel giorno di festa che precede la Pasqua, sferza i credenti che, in parrocchia, hanno preso il simbolo della pace ma non hanno assistito all’omelia. Non teme le critiche, che gli sono arrivate via Facebook sotto un video diventato subito virale, il parroco della Santissima Annunziata. Non ha mai avuto paura di dire come la pensa, anzi, ci tiene a dirla tutta.
È una sorta di mito a Porto Sant’Elpidio. S’è inventato la messa all’aperto quando il Governo aveva deciso che le chiese dovessero essere chiuse nel primo lockdown. E’ stato il promotore della ricostruzione de “lu campittu de li preti” vicino all’oratorio per far tornare i giovani a giocare. Ieri mattina avrà capito il calo d’attenzione che dev’esserci stato durante la predica, avrà visto uno sbadiglio di troppo e ci ha pensato lui a ridestare l’interesse con un coup de theatre ben assestato. Una tirata d’orecchi a quelli che si preoccupano più della forma che della sostanza. Un caustico risveglio delle coscienze il suo, che ha raggiunto l’obiettivo. Ha fatto riflettere.
Che sia cacarella, dissenteria o cagotto fa lo stesso. Il monito è arrivato a destinazione. «Oggi siete qui perché? Non potevate rimanere a casa? … Siete qui per prendere il ramo d’ulivo. Sono contento, ma cosa rappresenta? Ho visto persone che sono venute a prenderlo e sono andate via. Se fai questo – il passaggio clou – avrai un mal di pancia che te lo ricorderai tutta la vita, te l’ho mandato io. Non ho mandato un gorbu, ho mandato un mal di pancia che devi stare sul water tutta la vita. Scusa Signore, scusami».
In serata, poi, don Tony si è scusato anche con i fedeli, sempre via Facebook «chiedo scusa se qualcuno si è sentito offeso questa mattina durante la messa. Ho usato parole inappropriate. Non volevo offendere nessuno. Mia intenzione era quella di sottolineare il vero significato delle Palme. Gli ulivi portati a casa non hanno nessun valore magico».
Sul social si sprecano i messaggi di vicinanza all’uomo di chiesa che parla dei simboli della fede, il ramoscello d’ulivo, la croce «che vogliono togliere dagli ospedali e dalle scuole pensando sia un segno d’intolleranza – afferma – io non ce la faccio di fronte alle ingiustizie a stare in silenzio». L’abbiamo capito caro don, fidati che l’anno prossimo chi verrà a prendere il ramoscello resterà in chiesa. È sicuro. Le critiche lasciano il tempo che trovano, il messaggio è passato. «La chiesa di oggi ha bisogno di migliaia di don Tony» si legge online.