Sarà di moda, di tendenza. Sarà fico. Al punto che il Pd è lì che è andato a parare parlando di turismo. Sui colori dell’arcobaleno. Quelli che tirano di questi tempi. Ne parlano tutti in tv, sui giornali, al cinema. Perfino dal palco del Primo Maggio. Così il Partito Democratico in salsa marchigiana sposa la causa. L’ex sindaco di Macerata Romano Carancini, ieri in consiglio, ha lanciato l’emendamento per le Marche inclusive, con l’intento di promuovere il turismo lgbt. Formula che include lesbiche, gay, bisex, transessuali «e oltre» dice il consigliere dem. Ci ha lasciato la q di chi ancora s’interroga sull’identità sessuale.
Viene da chiedersi, a questo punto, perché non si debba studiare un tipo di turismo adatto per i magri e i grassi, i giovani e i vecchi, i single e gli sposati. Si potrebbe anche dividere gli uomini dalle donne per trovare la quadra ma, a furia di cavalcare l’onda lunga, si rischia di annegare nel mare dell’inconcludenza.
Il Pd ci è rimasto sotto con l’emendamento al piano triennale del turismo 2021-2023: 18 voti contro, 11 a favore ma non perché il governo a traino centrodestra voglia discriminare quelli che etero non sono. Non ha torto il consigliere Giacomo Rossi, dei Civici, a dire che, anziché includere, la mossa carancina andrebbe a ghettizzare una categoria.
Oltretutto nelle Marche ci sono le migliori spiagge gay. A Pesaro, a Fano, a San Benedetto, a Marina di Massignano. Senigallia è quarta città in Italia nella classifica della community chatgayitalia. Ora bisognerebbe capire cosa intenda il Pd per “includere”.
«Si fa riferimento al turismo lgbt e oltre – dice – c’è tutta quella nicchia che coinvolge lesbiche, gay, bisex e transessuali. È una forma di turismo che ha raggiunto livelli interessanti. Credo possa essere un obiettivo importante nell’ottica dell’inclusione, dell’apertura, della non discriminazione» spiega Carancini nel suo intervento.
Rossi gli fa notare che «la proposta è discriminatoria perché discrimina una tendenza sessuale» afferma. E Carancini tenta l’arrampicata sugli specchi «se sei a conoscenza del tema, sai meglio di me di come alcuni aspetti discriminatori riguardino proprio l’accoglienza. Scriverlo in un piano triennale di una Regione significa liberare le persone da un tabù». Francamente non si capisce dove sia il tabù e cosa c’entri l’accoglienza. Risulta forse che, in un resort delle Marche, qualcuno abbia sbarrato la strada a una lesbica o a un gay?
«Bisogna cercare di costruire, in maniera inedita, alcune tracce di nuovo turismo» pontifica il consigliere dem. Ma qual è il senso di questi distinguo tra etero e non? Oltretutto le associazioni sono molto attive in materia e ognuno è libero di ospitare chi vuole, di seguire un filone piuttosto che un altro, di promuovere come vuole la sua attività, senza la marca da bollo dell’ente regionale. «L’emendamento è pretestuoso – dice il consigliere di Fratelli d’Italia Andrea Putzu – per voi questa è la priorità. La nostra è accogliere tutti, di qualsiasi orientamento». Chiusa la discussione.