Pazienza, siamo all’ultimo miglio e il tana libera tutti è un rischio che non ci possiamo permettere. Questo è il senso del discorso del segretario provinciale del Partito Democratico Fabiano Alessandrini in tema di coprifuoco.
A Porto Sant’Elpidio, comune a guida Pd, c’è stata la manifestazione sul lungomare lunedì sera, per chiedere di cancellare un provvedimento che limita la libera circolazione, come in tempi di guerra. «Bisogna resistere ancora una ventina di giorni» sostiene l’uomo guida dei democratici in provincia, che si preoccupa per i cartelli comparsi in alcuni stabilimenti tipo: “ripartenza a bomba il Primo Maggio”. Nel sollevare il problema Alessandrini non ne fa solo una questione economica e sanitaria, parla della comunicazione che, da un anno e mezzo, si attorciglia attorno al coronavirus e non lo molla. Tra il numero dei morti che non diminuisce, il vocabolario dei conflitti tra “assembramenti” e “distanziamento sociale” c’è un clima di terrore che basta il titolo di giornale a far saltare il banco.
Con l’umorismo sottile che è il suo tratto distintivo, il segretario del partito ai vertici sia a Porto San Giorgio che a Porto Sant’Elpidio, riprende un nostro articolo di ieri, in cui paragoniamo i sangiorgesi agli ateniesi e gli elpidiensi agli spartani. Mentre a Porto Sant’Elpidio lunedì si faceva la guerra al coprifuoco, con il corteo sul lungomare, il lido sangiorgese era deserto, calma piatta.
Ebbene, secondo Alessandrini anche i guerrieri elpidiensi sono un po’ ateniesi, gaudenti, festaioli. E qui sta il rischio.
Nel coprifuoco: «c’è una presa d’atto, un invito alla prudenza – dice il segretario – rischiare adesso non ha senso, così si mette a repentaglio la stagione turistica. Chi pensate che prenoti dopo aver letto “nuovo focolaio a Porto Sant’Elpidio o a Porto San Giorgio? Non si sono ridotti i contagi, non si sono ridotte le morti e siamo in piena fase vaccinale, andiamoci cauti. Il gioco delle riaperture al momento non vale la candela. Se ci scappa un focolaio addio stagione, ricordiamo l’anno scorso durante una festa in un noto chalet sangiorgiese! Se ricapita possiamo mettere una pietra tombale sull’estate. La prudenza calcolata oggi significa aprire in tranquillità quando c’è la ciccia, quando c’è movimento, quando ci sono i turisti. Non possiamo buttare tutto a mare dopo gli sforzi compiuti».
Il numero uno del Pd fermano ricorda l’anno scorso, gli ostacoli sul percorso dell’ex governatore Luca Ceriscioli nella costruzione del covid-hospital a Civitanova, i veleni, la scelta di puntare sul nosocomio di Fermo con il vecchio piano sanitario: «una scelta sbagliata, si è sottovalutato il problema» afferma Alessandrini, che non dimentica la delegazione con Fratelli d’Italia che a Civitanova andò a protestare contro l’apertura dell’ospedale, quando al governo della Regione c’era il Pd scalzato poi da quel centrodestra guidato oggi da Francesco Acquaroli. I nodi vengono al pettine.