Continua la crociata del Comitato dei residenti di Lido Tre Archi e di Confabitare di Fermo per chiedere maggiore sicurezza e considerazione all’amministrazione Calcinaro su uno dei quartieri più problematici del capoluogo di provincia.
Martedì 17 si è tenuto un incontro-dibattito proprio sotto i porticati di via Tobagi, organizzato dal presidente di Confabitare Renzo Paccapelo e dal comitato Corta con in testa il responsabile Gabriele Voltattorni.
“Abbiamo discusso molto ampiamente dello stato del memorandum di intesa firmato nel 2020 dal sindaco Calcinaro e congiuntamente da Confabitare e dal Comitato – spiega l’Avv. Ugo Ciarrocchi consulente legale e responsabile sicurezza di Confabitare – “Il comune si impegnava a promuovere una serie di iniziative a tutela della sicurezza del quartiere tra le quali il posto di polizia fisso. La situazione è rimasta parzialmente allo stato originario“.
“Siamo riusciti ad ottenere di far sostare una pattuglia della polizia attrezzata ad ufficio mobile per permettere l’identificazione in loco delle persone fermate al posto di blocco. Non è completamente quello che il quartiere avrebbe voluto – conclude Ciarrocchi – ma è sicuramente un inizio”.
Tantissime le persone intervenute, circa 200 dicono gli organizzatori, che hanno ascoltato e fatto richieste per migliorare la condizione di uno dei quartieri da sempre più complicati. Oltre alla richiesta della polizia stazionaria si è anche parlato di guardia medica, di occupazione abusiva di immobili abitativi e di locazione illecita. Un insieme di problematiche che fa presupporre un radicato malcontento nei confronti dell’amministrazione comunale fermana.
Presenti all’incontro-dibattito i soli consiglieri di minoranza Renzo Interlenghi e Stefano Fortuna. Assente tutta la maggioranza. Un’assenza per l’appunto che non lascia sgomenti poiché da sempre i rapporti tra Confabitare, Comitato e amministrazione Calcinaro si sono dimostrati logori. Era maggio quando, per tutta Lido Tre Archi, capeggiavano in bella mostra i manifesti affissi dal Comitato Corta e da Confabitare contro l’amministrazione Calcinaro.
“La tensione nel quartiere non accenna a scendere – si leggeva nei manifesti – la situazione è fuori controllo. I preoccupanti fenomeni malavitosi sono lungi dall’essere debellati”. Nel mirino dei residenti finì anche il delegato del sindaco alla sicurezza, perché scrivevano “ha declinato l’invito a un incontro in più occasioni, senza dar seguito alle mail che gli erano state inviate”.
Insomma, passati i mesi, i problemi restano e l’amministrazione fermana ancora non è riuscita a dare le giuste soluzioni che soddisfino le parti. “È questo il clima di collaborazione sulla quale si è fondato il memorandum sulla sicurezza?” si chiedevano i residenti nei noti manifesti. A giudicare dalle assenze, sembra che la domanda non abbia ancora trovato risposta.