Settimana cruciale questa, dal numero dei sintomatici inflessione si stabilirà se dal 6 aprile potremo tornare in arancione nelle Marche. Ce lo auguriamo perché è a rischio la tenuta della società.
«Dopo un anno di pandemia, con le restrizioni delle libertà personali, l’impossibilità di lavorare, l’azzeramento delle relazioni sociali, ci rendiamo perfettamente conto che la situazione è al limite» dice il presidente della Regione Francesco Acquaroli nel rispondere alle domande dei giornalisti questa mattina, durante la manifestazione degli ambulanti ad Ancona.
Dipenderà dal numero dei contagi di questa settimana riaprire, nel frattempo: «faremo tutto quanto è nelle nostre possibilità, sollecitando tutte le forze parlamentari che ci sostengono nel passaggio al senato degli emendamenti che possano sostenere le attività del commercio ambulante, che soffre come tutti gli altri settori: palestre, estetiste, parrucchieri, piscine, tutte le attività sono allo stremo».
Riconoscere il problema non basta, bisogna risolverlo. Dipenderà tutto dal piano vaccinale che in giornata sarà approvato e domani, sul sito della Regione, si troveranno già tutte le informazioni utili. A proposito di materia prima, dal palazzo del governo regionale l’assicurazione che tra la fine del mese e metà aprile arriveranno tanti di quei vaccini da mettere le Marche in sicurezza. Speriamo perché le attività produttive, come gli ospedali, sono allo stremo e i ristori sono la goccia nel mare della disperazione. Il commercio non chiede la carità, chiede di lavorare.