FERMO – Le chiusure anti contagio hanno prodotto squilibri, il Fermano ne esce acciaccato. Con il direttore del Sert Giorgio Pannelli e il sociologo Massimiliano Colombi cerchiamo di capire quali sono i problemi, per superarli. Al servizio per le dipendenze patologiche sono diminuite le persone in trattamento tra il prima e il dopo coronavirus. Ciò non significa che sono diminuiti gli alcolisti, vuol dire che meno persone si sono rivolte alla struttura di Porto Sant’Elpidio all’ombra del lockdown. In tutta Italia si registra un’impennata di alcolisti. Si legga la rivista quadrimestrale di alcologia “Speciale Covid-19” fruibile online, direttore Valentino Patussi. Al Sert tutti questi alcolisti non risultano: «i soggetti in trattamento erano 165 nel 2019 e 157 nel 2020» dice Pannelli, psichiatra e psicoterapeuta, che spiega «la differenza è minima, tra il prima e il dopo Covid la situazione è rimasta invariata e il numero dei nuovi casi è identico: erano 37 nel 2019 e 37 nel 2020. Il gioco d’azzardo addirittura si è azzerato». Ci credo, sono chiusi i bar la sera, ma a proposito di grandi bevitori, l’Istituto superiore di sanità dice che sono aumentati del 200% con le chiusure. Risvolti da dpcm ci sono stati, eccome se ci sono stati. Le vendite di birra, vino e liquori sono aumentate del 180%, lancia l’allarme sempre l’Iss. Dalla reclusione alla depressione, come se ne esce? Il sociologo Massimiliano Colombi pone due questioni: «la prima è l’effetto spaesamento – dice – saltano le abitudini, le sicurezze e il cambio continuo di scenari con i vari colori impone di ripensare sempre a cosa fare e non fare. Siamo nell’incertezza e non riusciamo a rappresentarci un futuro desiderabile, questo genera disadattamento, ansia, insonnia, si ricorre all’alcol e si registrano violenze in famiglia». Precisa il sociologo «i servizi sociali sono chiamati a ripensare la modalità con cui essere presenti, fondamentale è la relazione tra pubblico e privato. Si richiede un grande sforzo di innovazione nel sociale». Colombi si concentra sugli invisibili, sui fenomeni nascosti, sul problema della didattica a distanza, sui ragazzi disconnessi e sulla dispersione scolastica, sui senza lavoro: «sono tante sofferenze insieme». Uno sguardo alle famiglie fragili «attraversare una tempesta con una barca che fa acqua è complicato». E gli anziani? «c’è stata una transizione digitale, con i nipotini a distanza si sono attrezzati, hanno imparato a usare pc e telefonino per le videochiamate». Resta la trappola: «molti pensavano che questa storia passasse veloce, così non né stato. Abbiamo affrontato la maratona pensando di correre i 100 metri, per superarla non dobbiamo rimanere soli». Delle imprese cosa sarà? «Gli imprenditori ce la faranno, moriranno i “padroni” di un tempo, resteranno quelli capaci di cooperare».