“Fermo, città strana. Prima decide di costruire addirittura due nuove scuole medie in una zona non idonea, in cui si è dovuta realizzare una rotatoria in pendenza, con tutti i problemi che comporta, in particolare per la circolazione dei mezzi pesanti e d’inverno durante le nevicate” – ci va giù duro Elvezio Serena, Fondatore ed ex presidente Italia Nostra Fermo contro le scelte dell’amministrazione fermana e che puntano all’indirizzo del primo cittadino Paolo Calcinaro.
“Poi decide di non spendere 650.000 euro, per non gravare sulle tasche dei fermani, rinunciando così all’acquisizione della preziosa e strategica area STEAT. Costringendo l’azienda di trasporto a sborsare quasi un milione di euro in più per aggiudicarsi l’asta demaniale, sempre soldi della collettività, comunque. Errori che i fermani, e non solo, pagheranno nei prossimi decenni.
Ora si ripropone la vendita dell’hotel Casina delle Rose, un patrimonio storico che i fermani ricordano con nostalgia, e che vorrebbero rivivere come ai vecchi tempi. Se ristrutturato e ben gestito costituirebbe un introito per il comune. Dopo la vendita dell’ex casa del custode, che poteva essere utilizzata come ristorante dell’hotel, ampliando quindi la ricettività della struttura alberghiera, un altro grave errore si prospetta all’orizzonte.
Il tutto servirebbe per realizzare l’ascensore (necessario) che da via Mazzini porta al Girfalco. Per questi impianti di risalita vanno ricercati appositi fondi, come già avvenuto per gli altri funzionanti in città. L’amministrazione, in questi anni, è stata molto brava a intercettare finanziamenti per qualsiasi opera pubblica, non vedo perché non dovrebbe impegnarsi per la Casina delle Rose. Dal punto di vista del bilancio economico poi, qualcosa non è chiaro. Ma non tutti i mali vengono per nuocere. La folle decisione di destinare l’hotel a studentato (sono curioso di sapere chi ha partorito questa infelice proposta) fortunatamente non è più prevista, addirittura perchè ci sarebbero meno studenti universitari che, con il protrarsi della pandemia, seguono a distanza. Scusa che non tiene: la pandemia non durerà in eterno, e da qui a qualche anno si tornerà pienamente in presenza. Poi che razza di programmazione è questa, un città seria guarda ai prossimi 20-30-50 anni”.
Ma l’invettiva di Serena non finisce e il presidente di Italia Nostra Fermo, rincara la dose prendendo ad esempio la storica rivale della città di Fermo: “Prendiamo esempio dal comune di Ascoli Piceno, che ha dato l’incarico alla Università Politecnica delle Marche e all’Università degli Studi di Camerino per uno studio su come sarà la città nel 2040: lotta allo spopolamento, qualità della vita, mappatura digitale e trasformazione in contenitore culturale. E ancora, per valorizzare il centro storico l’Arengo acquista il prestigioso palazzo Saladini Pilastri per destinarlo, dopo il recupero, tra l’altro, ad albergo etico.
Gli amministratori, solo nel 2021, scoprono che Fermo può avere buoni flussi turistici e quindi è necessaria la disponibilità di un altro hotel. Meglio tardi che mai. Presto riusciranno pure a vendere il piazzale del Girfalco liberalizzato come parcheggio, nonostante i divieti, e un giorno forse anche il Parco della Rimembranza. Mi chiedo: perché non si indice una pubblica assemblea per valutare come la pensano i cittadini su una scelta così delicata, che non può essere esclusiva della giunta o del consiglio comunale?”.