Le indagini dei Finanzieri del Comando Provinciale di Fermo nel settore della spesa pubblica hanno consentito di accertare 27 casi di indebita percezione di varie misure di sostegno economico, concesse dallo Stato ai cittadini più bisognosi, per complessivi € 70.000.
Con la supervisione dell’Autorità Giudiziaria e la costante collaborazione dell’I.N.P.S., i militari del Gruppo di Fermo, a fronte di 27 controlli effettuati, hanno individuato 25 persone che fruivano illegittimamente del reddito di cittadinanza, utilizzando dati falsi. Difatti, la normativa di riferimento subordina l’accesso al reddito di cittadinanza alla sussistenza di una serie di requisiti, sia al momento della domanda che, successivamente, per tutta la durata del periodo di ricezione del beneficio.
Per 8 volte i Finanzieri hanno rilevato l’assenza del requisito della cittadinanza: i richiedenti, infatti, tutti cittadini non italiani, non possedevano al momento della presentazione dell’istanza un permesso di soggiorno idoneo per l’ottenimento del sussidio. In altri 12 casi i beneficiari non avevano il requisito della residenza, non essendo stati residenti in Italia per un periodo complessivo di 10 anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo, e, in 4 occasioni, sono risultati addirittura irreperibili.
Non sono mancate poi 5 ipotesi di irregolarità, riguardanti le informazioni autodichiarate relative al nucleo familiare beneficiario, come l’esattezza della sua composizione o l’attività lavorativa svolta dai suoi appartenenti.
Rilevante è il caso di un cittadino italiano che ha omesso di comunicare le proprie possidenze immobiliari. Pur riscuotendo regolarmente il beneficio in parola per 11 mesi, è risultato essere proprietario di otto terreni coltivati nella provincia di Foggia (uliveti, vigneti e mandorleti), non indicati nell’autocertificazione prodotta insieme all’istanza.
In conclusione, oltre ad aver accertato un danno alle casse dello Stato ed alla collettività per € 70.000, è stato inoltre possibile impedire l’erogazione di ulteriori somme agli illegittimi beneficiari per € 80.000.
Nei casi più gravi, ovvero a chi rende o utilizza dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere e a chi omette informazioni dovute al fine di ottenere indebitamente il reddito di cittadinanza, la norma penale prevede la reclusione da due a sei anni. A questa sanzione si aggiunge la denuncia per falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico (articolo 483 codice penale), ulteriormente punita con la reclusione fino a due anni.
L’azione della Guardia di Finanza nel comparto della spesa pubblica mira a scoprire e perseguire tutte le condotte illegali di spreco e malversazione che minano la corretta destinazione delle risorse dello Stato. La lotta all’illecita percezione di finanziamenti pubblici tutela la necessità di un utilizzo trasparente ed efficace degli stessi, tanto più importante in un contesto emergenziale come quello attuale.
*Dalla GDF di Fermo