Ore difficili per la Giunta Acquaroli, presa completamente d’assedio dai giornali per le vicende legate al disastro che ha colpito il nord della Regione. Dopo le accuse di Repubblica, sono seguite anche quelle del Fatto Quotidiano e proprio oggi il palazzo della Regione è stato preso d’assedio da oltre 300 manifestanti.
“Serve più di una lotta – hanno spiegato gli attivisti Fridays for Future di Ancona – una per mitigare il clima con la riduzione dei gas di scarico e un’altra per la preparazione agli eventi estremi che si stanno intensificando nella regione”. Questo il sunto della protesta andata in scena sotto al palazzo regionale con toni accesi e duri. A fare da amplificatore, sicuramente i tragici fatti recenti che hanno inasprito il clima al punto che, i manifestanti, inveendo contro la politica, hanno imbrattato l’accesso del palazzo regionale con sacchi pieni di fango raccolto nei luoghi alluvionati.
E mentre la polizia tentava di riportare l’ordine al di fuori dei luoghi del potere, il presidente Acquaroli dava notizia di aver chiesto la costituzione di una commissione d’inchiesta che, nel rispetto delle normative regionali vigenti, possa indagare su cosa sia andato storto nella macchina organizzativa cercando di capire chi abbia sbagliato e quali siano state le disfunzioni. Una ricerca che finisce per rendere ancora più arroventata la posizione di chi, dovendo gestire le situazioni di emergenza era “in altre cose affaccendato”, nel tour elettorale. Sulla graticola, è finito anche l’assessore Aguzzi con delega alla Protezione Civile, in un’intervista ha candidamente ammesso che non era al corrente di nulla, poiché in Regione nessuno stata avendo percezione del disastro, se non quando la situazione è fortemente degenerata.
Contrario alla commissione d’inchiesta è il consigliere regionale Dem, Fabrizio Cesetti, che ha bollato la questione come semplicemente ipocrita. In questo memento, spiega l’ex assessore al bilancio PD, dovrebbe essere istituita una commissione speciale per aiutare la popolazione, e lasciare le indagini, peraltro già avviate, alla Procura della Repubblica.
Insomma, una tempesta politica perfetta in un clima tutt’altro che sereno e che sembra lontano dal volersi placare. Queste ore, che separano i marchigiani dal voto, si stanno facendo sempre più nere e colme di dubbi ed incertezze.