Il problema non si è posto solo per il camionista che nei giorni scorsi ha imboccato il vialone principale della zona industriale sud al contrario, rischiando e facendo rischiare il maxi incidente. Il problema, a Porto Sant’Elpidio, si pone anche in via Faleria, all’inizio del lungomare sud, poco dopo il curvone.
Immaginiamo, da pedoni, di essere autorizzati ad attraversare la strada solo per la parte che riguarda la pista ciclabile e doverci fermare appena scavallata quella, con la strada di fronte, se passa un autoveicolo.
Immaginiamo, all’inverso, di essere gli operatori che sono andati a riverniciare ultimamente le strisce pedonali e hanno utilizzato il bianco per la segnaletica orizzontale solo per la parte che riguarda la mobilità dolce, due strisce su sette sono state rifatte. Le altre no.
Non viene da chiedersi perché? Era finita la vernice? Pare di no, perché a poche centinaia di metri più a nord c’è un secondo esperimento di questo tipo.
Sì, chiamiamolo esperimento, diversamente risulterebbe impossibile trovare una spiegazione logica. Tanto impossibile che tanti l’hanno notato e, puntualmente, la critica corre sul social. Nel suo profilo Facebook il capogruppo di Fratelli d’Italia Giorgio Marcotulli chiede se sia più pericoloso attraversare una ciclabile o una strada.
In effetti, la carenza di segnaletica orizzontale nella riviera elpidiense viene segnalata ovunque, in tutti i quartieri della cittadina rivierasca. Anche per questo, evidentemente, il camionista in contromano al quartiere San Filippo si è trovato in difficoltà. Non essendo della zona, poiché all’inizio del vialone, dalla parte opposta alla rotatoria, non c’ segnaletica, sarà stato indotto in errore. Che sia mai che, nelle misure di sostegno ai comuni il piano nazionale di ripresa e resilienza, Draghi possa prevedere anche un fondo per la vernice nei comuni?