Premiati gli eroi del covid ma mancano all’appello i camici bianchi che si sono impegnati e continuano a impegnarsi nelle strutture private e non sono stati considerati. Nessun riconoscimento per loro, che pure hanno versato lacrime e sangue, in prima linea contro la pandemia.
Il privato è fuori dai giochi e in quest’esclusione rientra la struttura di residenza Valdaso di Campofilone, ospedale dedicato al coronavirus gestito dal Gruppo Kos da inizio aprile dell’anno scorso. Direttore sanitario Gioia Renzi, coadiuvata da medici e infermieri. A parlare per questi esclusi è il coordinatore dell’equipe Wladimiro Bonifazi, che ha coordinato e coordina tutt’ora, per il fermano e non solo, lo staff operativo e «nella prima ondata – dice – abbiamo avuto oltre 100 pazienti all’interno».
Bonifazi ha coordinato anche il maceratese a Villa dei Pini di Civitanova e nelle ondate successive si è occupato dell’assistenza domiciliare. Nel fermano è stato operativo nella prima ondata, nella seconda e terza c’è rimasta sempre la dottoressa Renzi «che ha diretto egregiamente ma non è stata nominata – afferma il nostro interlocutore – eppure me la ricordo mentre faceva i ricoveri fino alle tre di notte per accogliere tutti i pazienti nelle tre ondate».
Bonifazi non si capacita del perché la dottoressa e altri come lei non siano tra i Cavalieri al Merito della Repubblica, non debbano ricevere pure loro il 2 giugno le onorificenze destinate a chi è distinto nell’emergenza epidemiologica tra cui figurano 25, tra medici e infermieri dell’Area Vasta 3 di Macerata, che ancora lavorano al Covid Hospital di Civitanova.
Bonifazi ricorda che nel fermano, oltre alla dottoressa Renzi: «l’anima di tutto», c’è la dottoressa Valeria Servodidio con tutto il personale, operatori socio sanitari, infermieri, medici impegnati ad assistere, notte e giorno, pazienti covid. «Tutte queste persone sono state ignorate perché il riconoscimento è andato solo al settore pubblico, ma questa è gente col covid si è sporcata le mani e di che tinta. C’è stato chi si è ammalato e si è preso la polmonite, ha infettato la famiglia. Sono due pesi e due misure. Il privato è già penalizzato di suo, e neanche un riconoscimento a chi ha dato anima e corpo e, dalla prima ora ha soddisfatto le richieste del fermano e della Regione. Si sono ricordati quando c’era da dare in termini di assistenza e cura, si sono dimenticati quando c’era da conferire il riconoscimento».