Ieri il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro ha postato la foto dei 250 metri (duecentocinquantametri) di pista ciclabile che parte da una strada brecciata con intorno il nulla e finisce su uno sterrato di buche che prosegue verso Marina Palmense e giù una pioggia di congratulazioni. Firmate da fermani e anche da tantissimi sangiorgesi.
Lo stesso intervento è quasi terminato anche a Porto San Giorgio: parte dall’area ex solemar e arriverà fino allo chalet Storione (molto più di 250 metri) ma in pochi hanno dato enfasi a questo primo stralcio della pista ciclabile sangiorgese.
Due opere propedeutiche al ponte sul fiume Ete appaltato dal Comune di Fermo, atteso da 20/30 anni, cantierizzato nel 2019 ma ancora lontano dal completamento (400 e rotti giorni di lavori da cronoprogramma). Anzi a dir la verità, in base al racconto degli operai, difficilmente vedrà la fine per l’estate 2021. Ma questo poco importata alla politica e al popolo delle etichette.
Due tratti di ciclabili, due modi di interagire con la città e due modi di fare politica di due sindaci che generano empatie diametralmente opposte.
Una mini cattedrale nel deserto davanti ai campeggi di Marina Palmense firmata Paolo Calcinaro sembra il non plus ultra ma è firmata da un sindaco di piazza e dei social che riesce a dribblare ogni sassolino.
L’inizio di un progetto a Porto San Giorgio firmato Nicola Loira che nasce nell’indifferenza perchè un sindaco non comunicativo, non di piazza e forse stanco di avere intorno a se una classe politica poco incisiva, litigarella e poco avvezza ai mezzi di comunicazione di oggi.
Questo pesa nell’economia politica del consenso popolare di due città sorelle, due modi di vivere e fare politica comunale. E questo si riflette nella fermanità e nella sangiorgesità. Social, naturalmente.