Cinque macro stazioni dislocate in varie zone del territorio e 19 impianti già esistenti: è questa la giungla elettromagnetica che viaggerà nell’etere di Porto San Giorgio.
Il piano delle antenne è stato presentato in video conferenza alla seconda commissione comunale presieduta dal Catia Ciabattoni, allargata ai consiglieri comunali, e seguito ieri sera in diretta da Frog’s live.
Uno strumento che l’ingegner Mario Galieni ha confezionato partendo delle normative in materia, dal confronto con gli operatori della telefonia, dalla conformità del territorio e soprattutto dell’esistente, ovvero i 19 impianti collocati sui tetti di diversi hotel della città e a Monte Cacciù.
Per regolamentare i nuovi impianti, il tecnico incarico dal comune ha individuato 5 macro aree: campo sportivo Pelloni (lato est), il parcheggio comunale di via Veneto (ad ovest di viale della Vittirio), piazza Gaslini e vecchio comunale per un’area di 400 metri ad ellissi, zona discarica e Santa Vittoria nella parte alta. Gli operatori che in futuro dovranno installare le nuove stazioni, dovranno scegliere tra questi 5 punti che mediamente hanno un raggio di 200 metri. La scelta, come ha più volte ribadito l’ingegner Galieni nella relazione di presentazione, incide, come da normative regionali, su aree pubbliche. Il nuovo piano urbano, che legifera sulle antenne superiori ai 10 watt, non cancella l’esistente, ovvero non va ad azzerare i 19 impianti, dislocati su proprietà private.
E proprio intorno al concetto di giungla e quindi di salubrità, si è sviluppato il dibattito politico. C’è chi come Marinangeli ha invitato il tecnico a trovare soluzioni per spostare le vecchie antenne nelle nuove macro aree e chi come Bragagnolo, Vitturini e Catalini hanno focalizzato l’incidenza sulla salute dei cittadini. E qui ha fatto da pacere il sindaco Nicola Loira ponendo l’accento sul fatto che il nuovo regolamento urbanistico di per sé mette un freno alle richieste future, oltre a relazioni scientifiche.
L’attenzione ha toccato anche il 5G e l’ingegnere qui ha fatto capire le cosiddette microcelle che arriveranno non saranno contemplate da questo piano perchè lavorano sotto alla soglia dei 10 watt. Il che fa pensare che il nuovo piano delle antenne atteso da oltre un decennio, tra pochi anni sarà vecchio e sorpassato. La tecnologia d’altronde corre molto più della politica.