Inizia oggi il triduo Pasquale e le vacanze (parola grossa) ma come un anno fa sarà all’insegna di tutti a casa. Poco importa se si chiama zona rossa o lockdown, tanto per il popolo dei disoccupati è sempre una tragedia. E se alla vigilia di Pasqua dell’anno passato c’era una corsa alla solidarietà con spesa sospesa, buoni spesa, assegni di sostegno, oggi regna un assordante silenzio da parte delle istituzioni che dovrebbero aiutare e sostenere chi non ha.
Eppure, si sa, i telefoni dei servizi sociali comunali trillano in continuazione, così come quelli delle associazioni di carità.
Questa Pasqua sembra che gli operai del manifatturiero lavorassero a pieno regime o che i lavoratori occasionali non conoscessero crisi. Come se camerieri, cuochi, baristi, commessi e via dicendo fossero invasi dalla clientela.
Oppure come se la cassa integrazione arrivasse puntuale come una pensione o lo stipendio degli statali.
Da Roma ad Ancona da Fermo a Porto San Giorgio, da Amandola a Sant’Elpidio a Mare non c’è catena di solidarietà. Possibile che quest’anno non c’è una istituzione che ha messo in piedi un bando per le famiglie in difficoltà? O buoni spesa? O un semplice uovo pasquale?
C’è anche il silenzio del popolo social che in tempo di lockdown era sempre pronto a guardare il balcone del vicino se avesse bisogno di qualcosa…. Sarà la stanchezza di un anno di pandemia ad aver indurito i cuori? Può starci ma chi governa non può dimenticare gli ultimi.