Dopo la tempesta intorno ad Astrazeneca, i primi dati provenienti dall’Area Vasta 4 di Fermo parlano di 2 anziani su 100 che hanno rinunciato a fare il vaccino anglo-svedese. Già perché da sabato scorso nella Regione Marche anche gli over 80 vengono inoculati con Astrazeneca perché gli altri sono finiti. O meglio quei pochi Pfizer e Moderna rimasti sono solo per chi deve fare la seconda dose. I due centri di vaccinazione territoriali dell’Area Vasta 4 lavorano a pieno ritmo grazie al sostegno della protezione civile. Saranno attivi fino al 2 aprile, poi dal 7 centro unico a Fermo all’ex scuola don Dino Mancini in viale Trento dove proprio oggi sono iniziati i lavori di allestimento e abbattimenti delle barriere architettoniche.
Se fino a pochi giorni fa Astrazeneca era sconsigliato agli anziani ora sembra essere diventato l’unico possibile. Scelta di mercato o perché studi indicano che sia tollerato anche nelle cosidette fasce fragili? E’ il dubbio che corre nelle tante coscienze che in questi giorni si ritrovano a dibattere se fare o aspettare, se far vaccinare il genitore anziano con questo o quel marchio. I pareri ai medici di base si rincorrono, anche se loro brancolano nel buio, così come i click sui motori di ricerca dove pareri e studi scientifici sono ricercatissimi per trovare sostegno alle singole scelte.
Un dato comunque è certo: non c’è parità di trattamento da Regione a Regione soprattutto per le fasce a rischio. Basta leggere i dati: la prima dose per la lotta al covid 19 ha coperto mediamente in Italia il 3,84% con Abruzzo e Puglia che sono già oltre il 5% e Sardegna al 2,49. Le Marche sono al terzo posto con il 4,9 per cento.
Il problema sta nelle poche dosi consegnate da Pfizer e Moderna e soprattutto nella rete di vaccinatori. Il coinvolgimento dei medici di base è ancora teoria nella Marche nonostante gli accordi tra Regione e Ordine, così come l’assenza di un protocollo certo per garantire la vaccinazione a quei anziani costretti a letto da patologie invalidanti.
Si parla, si scrive ma di fatto la macchina vaccinale italica manca di organizzazione ed efficienza, in particolare se si fanno paragoni con altre nazioni, come l’Inghilterra ad esempio, dove si vaccina a tappeto anche i giovani. Senza parlare del discorso approvvigionamento vaccini perché lì il mistero è inarrivabile.