Un tempo c’era la carta verde interrail per girare tutta Europa. Da quest’estate per essere turista occorrerà la green card vaccinale, una sorta di passaporto dove è registrato lo “stato covid”: se sei stato positivo, quando e soprattutto se sei vaccinato o no. L’industria del turismo vuol ripartire e l’Europa tenta di dare una spinta con questo passaporto, nonostante i tanti dubbi legati al trattamento dei dati.
Dopo una estate 2020 con le frontiere blindate il vaccino è e rappresenta la chiave per accogliere di nuovo russi, tedeschi, olandesi e via dicendo. Un mercato utile e necessario all’economia del turismo che tuttavia non può che adeguarsi allo sviluppo di sistemi per diminuire contatti e nelle stesso tempo favorire il giro dei villeggianti. Un turismo in sicurezza lanciato anche in Italia con diversi bandi per lo smart contact tourism. Ovvero progetti tecnologici basati sul contactless: prenotazioni, reception, guide turistiche e chissà cos’altro, magari anche per una spiaggia smart. Chi si adegua, ha fondi immediatamente disponibili attraverso il ministero della cultura che sta lanciando bandi per spingere gli imprenditori a favorire quei strumenti tecnologici che evitano il contatto umano. Interfacciarsi con un risponditore automatico alla recepton non è certo il massimo della fidelizzazione, così come è diabolico girare un borgo medievale con il racconto nelle cuffie e perdere i rumori della natura intorno. O ancora chiedere al bagnino un servizio via app, al cameriere una coppa gelato via smartphone o al deejay un pezzo via social.
E’ il mondo che cambia e si adegua al covid ma non vorremmo che questa fosse la frontiera del turismo 4.0 ovvero dei robottini che girano per il mondo muovendo denaro ma senza lasciare il cuore nel luogo della vacanza.