Sono comparsi i manifesti a Lido Tre Archi, il comitato Corta e Confabitare si rivolgono così, a colpi di cartelloni, all’amministrazione comunale. Il rapporto tra l’istituzione rappresentata dal sindaco Paolo Calcinaro sembrava sotto i migliori auspici nel giugno dell’anno scorso, con la firma del memorandum per la sicurezza e la conferenza stampa in pompa magna al caffè Belli in corso Cefalonia a Fermo.
Nel corso dei mesi, però, quest’intesa si è sfilacciata al punto che – a quanto risulta – il sindaco e il portavoce del comitato non si parlano più. Tanto che quest’ultimo ha presentato una richiesta di accesso agli atti nei giorni scorsi, per sapere dal sindaco come vengono spesi i fondi per la sicurezza e la riqualificazione delle periferie.
Il rapporto tra la fascia tricolore e un bel gruppetto di residenti, che non si sente rappresentato, passa dunque per i manifesti, gli ultimi affissi ieri. Con questi grossi fogli di carta affissi in luogo pubblico il comitato e l’associazione dei proprietari immobiliari tornano per l’ennesima volta a chiedere il controllo di vicinato, vogliono sapere se le telecamere funzionano, quanto costano, se si utilizzano quando servono.
«La tensione nel quartiere non accenna a scendere – si legge nei manifesti – la situazione è fuori controllo. I preoccupanti fenomeni malavitosi sono lungi dall’essere debellati». Nel mirino anche il delegato del sindaco alla sicurezza, perché «ha declinato l’invito a un incontro in più occasioni, senza dar seguito alle mail che gli erano state inviate».
E siamo alle domande: «È questo il clima di collaborazione sulla quale si è fondato il memorandum sulla sicurezza? Senza il consenso e la collaborazione dei cittadini, dei comitati, delle organizzazioni che rappresentano la proprietà e gli interessi collettivi non si fanno passi avanti. Occorre un atteggiamento più inclusivo delle istituzioni a tutti i livelli. E una puntuale applicazione delle norme» la chiosa.