Il vicedirettore de La Verità Francesco Borgonovo sulla festa della liberazione così ha parlato ieri a Frog’s News.
Alla domanda: 25 aprile, di chi è la festa? Il vicedirettore de La Verità Francesco Borgonovo ieri ha sollevato la questione coprifuoco e restrizioni, spiegando che non c’è libertà laddove si vieta agli italiani di lavorare e di muoversi liberamente. È un giornalista illuminato, di lui colpisce la moderazione con la quale entra in profondità nelle cose. Una sensibilità non comune la sua. Calmo, moderato, esprime così la sua forza di pensiero, pensiero lucido, libero. Fuori dal gregge.
Francesco Borgonovo è uno dei graditissimi ospiti delle rane nella rassegna stampa social del sabato. Ha parlato di coprifuoco, di Speranza, Grillo e Salvini e ha parlato di oggi. Quello che significa questa domenica, quello che dovrebbe significare.
Scrittore, autore televisivo ma soprattutto giornalista, coglie lo spunto dell’anniversario della Liberazione non per guardare al passato ma per guardare al futuro: cosa sarà.
Con concretezza, pragmatismo, lucidità, a domanda risponde (a 31’38”): «siamo qui a sentire la solita retorica sul fascismo. Questa storia che in Italia ritorna il fascismo ci ha rotto le scatole. Pare che il fascismo stia sempre lì per tornare e non torna mai. A sentire certi giornali saremmo pieni di nazisti e mi domando dove siano. Soprattutto cosa abbiano ottenuto in questi dieci anni di nazismo sotto traccia. Non mi pare abbiano avuto gran successo quindi, se ci sono, sono degli imbecilli».
Il 25 aprile al netto della retorica: «liberazione ci sarebbe se ci fosse un po’ di sale in zucca da parte dei politici. Tanto da permettere alla gente di recuperare le libertà fondamentali. Se vogliamo veramente occuparci di libertà, dobbiamo cambiare un po’ la nostra mentalità e cominciare a ragionare, al netto della paura e del lavaggio del cervello che ci viene fatto, su alcuni dati e alcune contraddizioni. Non ne posso più di esperti che hanno detto tutto e il contrario di tutto e continuano a terrorizzare la popolazione ancora oggi, dicendo che muoiono gli anziani. La stragrande maggioranza degli ultraottantenni, fortunatamente, è stata vaccinata, ha ricevuto la prima dose e sono in corso le vaccinazioni per la seconda. I nostri anziani li stiamo mettendo in sicurezza. Se si vogliamo far morire delle categorie perché ci si deve impuntare sul coprifuoco e il ministro non vuol fare le cure domiciliari, non rompeteci le scatole sulla libertà e con le menate sul 25 aprile».