Questi casi mettono in luce l’importanza di denunciare tempestivamente le condotte persecutorie e le violenze domestiche, nonostante la paura che le vittime possano provare.
Il primo caso è avvenuto a Montegranaro. Una donna calabrese è stata denunciata per atti persecutori nei confronti di una donna del posto. La vittima, infatti, aveva subito ripetuti messaggi ingiuriosi e minatori per ben due anni. La donna vittima di stalking era costretta a vivere in uno stato di ansia costante, tanto da dover modificare le sue abitudini quotidiane di vita. In particolare, la vittima aveva rinvenuto un dispositivo GPS sotto la propria auto. Grazie agli accertamenti dei Carabinieri, è stato possibile ricondurre con certezza i reati alla donna denunciata. Quest’ultima, adesso, rischia la reclusione da 1 a 6 anni, con un aumento di pena per il reato commesso attraverso strumenti informatici o telematici.
Nel secondo caso, avvenuto a Pedaso, una donna del posto ha denunciato il convivente, un pregiudicato noto, per le condotte aggressive e vessatorie che subiva da tempo. Le violenze fisiche e verbali non erano mai state denunciate, ma grazie all’intervento dei Carabinieri, la donna è stata salvata e affidata a una struttura protetta. Il colpevole, invece, è stato denunciato per le sue azioni.
I due casi dimostrano l’importanza di denunciare tempestivamente le condotte persecutorie e le violenze domestiche. Spesso, infatti, le vittime temono di denunciare, ma solo attraverso la segnalazione alle forze dell’ordine si può porre fine a queste terribili forme di violenza. Grazie alle nuove normative e alla costante presenza dell’Arma dei Carabinieri sul territorio, è possibile dare risposte concrete e rapide a tutela dei più fragili. In particolare, il codice rosso, attivato in caso di pericolo imminente, permette alle forze dell’ordine di intervenire immediatamente a tutela delle vittime.
Il Comando Provinciale dei Carabinieri di Fermo, infatti, ha come obiettivo quello di prevenire e contrastare il fenomeno delle violenze domestiche, attuando un sistema integrato di intervento, che prevede l’ascolto delle vittime, la raccolta di informazioni e la collaborazione con le autorità competenti.