Da quando in qua un bell’aspetto non contribuisce alla salute dell’individuo? A quanto pare gli espertoni del Comitato tecnico scientifico sono convinti che basti alimentarsi per vivere. Non è così. Come i supermercati, devono lavorare le palestre, i cinema, i ristoranti e tutto il corollario che ci permette di apparire belli e essere in forma quando usciamo di casa: parrucchieri ed estetisti in primis. Più passano i mesi e meno si capisce il senso delle chiusure. Più ci allontaniamo dalla prima ondata e più viene da chiedersi cosa sia davvero un bene di prima necessità e cosa vi rientra. Se scavallare il Comune di residenza, la Provincia, la Regione per andare al funerale di un caro amico può esser soggetto a multa o se sia preferibile far lavorare a nero la vicina di casa anziché il centro estetico sanificato di tutto punto. Queste incongruenze pesano di più ogni giorno che passa, quel che è peggio è che di queste cose le associazioni di categoria ne parlano da un anno ormai, inascoltate.
Così, mentre le file ai supermercati generano pericolosi assembramenti, parola terribile ma di moda, tutto il comparto della salute e benessere passa in cavalleria.
O signori! Guardate che un filo di trucco e una bella piega può valere quanto una bistecca per la salute del corpo e della mente. Non lo sapevate cari marziani? Non immaginate che, se chiudete il ristorante e la pizzeria, il supermercato si organizza con i polli arrosto e le margherite d’asporto e lì sì che si generano le ammucchiate. Non pensate che, quando crescono i peli delle ascelle e i baffi alle donne, queste non vadano comunque da qualche parte a toglierseli? E allora un po’ di criterio, dico io.
Chiudere parrucchieri ed estetiste aumenta il lavoro nero, con tutte le problematiche che ne derivano in termini di sicurezza. Tagliamo corto, le aziende che si sono adeguate ai protocolli vogliono riaprire prima possibile. La Cna di Fermo lo dice da tempo: «lo abbiamo portato su tutti i tavoli istituzionali, arranchiamo tutti ma non ammettiamo la scorciatoia delle illegalità» dice il presidente dell’associazione Paolo Silenzi e la presidente regionale del comparto salute e benessere Perlita Vallasciani ci mette il carico da 90 «barbieri, parrucchieri e centri estetici devono riaprire – afferma – è una necessità per il benessere delle persone. Ci sono esigenze da soddisfare e la risposta non può darla l’abusivismo». Si dà il caso, numeri alla mano, che siano aumentate esponenzialmente le cerette fatte in casa, le ricostruzioni delle unghie fai da te, le colorazioni dei capelli della vicina che si arrabatta come può fra pentole e nuance dei capelli. Questi trattamenti borderline senza sanificazioni né sterilizzazioni hanno preso il posto delle attività in regola, quelle che pagano le tasse. Ci sono due strade per uscire da questa situazione assurda: controlli e vaccini. «Se non possiamo svuotare gli ospedali almeno possiamo concorrere a non riempirli, occorre accelerare, accelerare, accelerare» l’appello di Silenzi.