Jova Beach Party ai nastri di partenza, ma lo strascico delle polemiche sembrano non finire. L’ultimo episodio (almeno in senso cronologico) arriva con la risposta del diretto interessato, Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti.
“Ci tengo a precisare che nessun lavoratore in nero è stato trovato nella nostra macchina organizzativa, si tratta di killeraggio giornalistico che non permette nemmeno una risposta poiché un’agenzia che esce alle 19.00 non permette alcuna replica”.
A dargli manforte il collaboratore storico Maurizio Salvadori che spiega con brevità: “Al Jova Beach, il lavoro nero non esiste. Collaboriamo con più di 20 agenzie, figurarsi se fosse possibile una cosa del genere. In un controllo – spiega il manager – abbiamo ricevuto 1400 euro di multa che pagheremo celermente per non aver messo del nastro colorato per delimitare una particolare zona, in questi eventi vale come un divieto di sosta. Quindi nessuno scandalo”.
Ma come si diceva, questo è solo l’ultimo degli interventi che hanno in qualche modo accompagnato un evento, che sulla carta, avrebbe dovuto essere il fiore all’occhiello dell’estate fermana, specie dopo 2 anni di pandemia. Purtroppo le opinioni sono volubili, e da manna dal cielo, l’intera kermesse si è trasformata in un acquazzone di polemiche che hanno portato il litorale fermano alla ribalta della cronaca.
Fratino o non fratino questo è il problema
Tra le 30 e le 40 mila presenze, questo il numero stimato dall’ingente macchina organizzativa, che parteciperanno all’evento. Gente, e lo ricorda il sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro, mangerà, dormirà e spenderà soldi nel nostro territorio. Un intervento, quello del primo cittadino, resosi necessario dalle critiche mosse praticamente da tutte le associazioni ambientaliste. “I cittadini hanno già capito che si tratta di critiche infondate – dichiara sui social con un lungo post – il fratino nidifica tra aprile e maggio e quindi non c’è alcun impatto con la sua nidificazione”.
Un impatto però questo fratino (n.d.r. un uccello che nidifica tra le dune della spiaggia sulle coste dell’Adriatico) lo ha avuto. E così le spiagge fermane sono subito arriviate nelle redazioni di giornali e siti di notizie musicali davvero blasonate. Ma anche qui i problemi erano anche altri. I residenti hanno sottolineato problemi di viabilità, rischio contagio COVID19, inquinamento acustico ambientale e chi più ne ha più ne metta. A nulla è servito dividere in due giornate l’evento perchè sui social, e nella città era già scoppiata la bolla di commenti e polemiche.
Siete degli eco-nazisti!
“Credevo di essermi trovato nel mezzo di alcuni screzi politici come spesso accade in paesi un po’ più piccoli dove portiamo il Jova Beach Party – continua Jovanotti – ma lasciate che vi dica che mi fanno schifo quelli che usano il termine greenwash (n.d.r. ecologismo di facciata) perché noi lasciamo le spiagge ad un livello superiore di come le troviamo. Questo termine è un hashtag e sapete dove metterveli. Lascio le polemiche a questi eco-nazisti“.
L’ambiente ne Jova?
Tra i vari enti ambientalisti sorge una concreta preoccupazione, come si diceva per il fratino, e per la fauna e flora in generale. Il comitato TAG costa mare denuncia, con le foto del prima e dopo lavori, l’organizzazione di aver distrutto il lavoro di anni di restauro ambientale, e lo accusa di non rispettare le norme di tutela, e di non aver rispetto dell’ecosistema fermano.
Anche l’ENPA (Ente Nazionale Protezione Animale) ha trovato molte perplessità che ha manifestato al Ministero per la Transizione Ecologica, chiedendo un immediato provvedimento restrittivo. “Esistono luoghi idonei allo svolgimento degli spettacoli: arene, stadi, luoghi degradati a cui dare una nuova vita” – afferma ENPA nella lettera inviata al ministro -” invece si continua a far (quasi) finta di nulla, nonostante le numerose proteste dei cittadini anche tramite social, svalutando l’impegno di volontari e associazioni, che hanno lavorato duramente, e spesso gratuitamente, per riportare alla naturalità alcune aree oggi interessate dai concerti”.
L’economia ne Jova?
Le ultime preoccupazioni, vertono sul ritorno economico della manifestazione.
Stando ad alcuni post sulla piattaforma social più famosa, sono stati sollevati dei dubbi su tale questione: “Come può, una manifestazione di questo calibro, portare ad un “riscatto” del fermano, se le consumazioni relative al concerto sono vendute all’interno dello stesso? Difficilmente sarà possibile portare all’interno viveri non acquistati in loco” – ragionano su Facebook – “gli unici a guadagnarci saranno Hotel e camere affittate anche se sembra che le persone che decideranno di pernottare, saranno una minima parte rispetto al resto dei partecipanti”.