Persi 25mila posti di lavoro per le donne nelle Marche con il coronavirus tra dipendenti e autonome. Questo il dato drammatico rilevato dalla Camera di Commercio delle Marche che sciorina i numeri nel webinar che mette in collegamento le imprenditrici per parlare di lavoro e impresa in rosa nella Regione al plurale. Le imprese al femminile sono 36.260 nelle Marche e scendono in tutte le province eccetto Ascoli che segna un +1,4% mentre è un – 1,8% ad Ancona, – 1,5% a Macerata, – 0,9% a Pesaro. In calo il turismo, l’agricoltura, il manifatturiero -2,6%.
Le donne «devono fare i conti anche con la chiusura delle scuole – dice il presidente dell’ente camerale Gino Sabatini – le imprese si stanno organizzando in autonomia con asili anche interni nelle imprese. Come Camera di Commercio stiamo cercando di sostenere la ristorazione, il turismo, la manifattura, l’agricoltura, dobbiamo trovare le linee di intervento a misura di impresa. Siamo di fronte a una situazione di eccezionale difficoltà. In giunta avevamo pensato a un bando per agevolare l’imprenditoria femminile prima della pandemia ma poi abbiamo dovuto dirottare tutti i fondi sul sostegno alle imprese con il lockdown. Riprenderemo il progetto il prossimo anno».
Interviene Daniela Barbaresi segretario generale Cgil Marche, parla del prezzo pagato dalla pandemia dalle quote rosa, «in un anno si sono persi 25mila posti di lavoro di donne, alle prese con vecchie e nuove disuguaglianze da superare sul fronte della qualità del lavoro. Le donne sono più precarie degli uomini, costrette a misurarsi con un part time involontario. Solo una dipendente su 3 ha un lavoro a tempo pieno e la retribuzione annua lorda è inferiore di oltre 7mila euro rispetto a quella dell’uomo, 900 dipendenti lascia il lavoro per la nascita di un figlio nell’arco dell’anno».
La parola passa alle imprenditrici: Doriana Marini, amministratrice unica Dienpi, azienda di San Benedetto del Tronto, produce accessori e si è adattata alla mutata stagione realizzando un nuovo prodotto: mascherine trasparenti «abbiamo dovuto acquisire competenze che non avevamo in un settore completamente nuovo – spiega l’imprenditrice – pur essendo una piccola azienda, ci siamo indirizzati in questo settore con la prima mascherina trasparente realizzata e autorizzata in Italia».
Angela Velenosi dice che «la pandemia non ci voleva – e aggiunge – speravamo che questo 2021 sarebbe iniziato sotto migliori auspici ma si fatica a vedere un’uscita a breve tempo. Sul fronte dell’Horeca la situazione è molto difficile perché alberghi e ristoranti si sono azzerati ma l’attività agricola non si è fermata, si sono fermati i miei viaggi all’estero e si è fermato il turismo del vino. Ho 42 dipendenti e chi lavora in cantina e in campagna ha continuato il lavoro ma gli amministrativi hanno vissuto momenti veramente molto difficili».
Vanna Manco di Prophilax Civitanova Marche ha un’azienda specializzata in tecnologia 3D e ha prodotto dispositivi da utilizzare anche per terapie intensive, ha collaborato con gli ospedali aiutando a salvare vite. «Questo lavoro ci ha coinvolto tantissimo – spiega l’imprenditrice parlando di un caso molto delicato e risolto – c’è stato un dialogo continuo con i ricercatori dell’ospedale».
Simona Lisi attrice, danzatrice e progettista di format tra cui il festival Cinematica «il nostro comparto è in una situazione drammatica, è un anno che siamo chiuso, il 27 febbraio è stata per noi una ricorrenza pesante, abbiamo manifestato senza sfarzo, il settore è completamente bloccato, ci sono delle sofferenze nei lavoratori autonomi, le piccole imprese, artisti indipendenti veramente in sofferenza. Cerchiamo di sostenere gli artisti in rete».