Può un direttore di Area Vasta dimettersi dopo anni di impegno per la sanità fermana, in piena pandemia e al tempo del caos vaccini solo per un annunciato provvedimento disciplinare? Suvvia in pochi credono a questo fantoccio che è stato messo addosso alla vicenda delle dimissioni del n.1 della sanità fermana Lucio Livini. Avrebbe il cuore di latta per arrivare a tanto.
Andiamo oltre. Può un direttore di Area Vasta dimettersi dopo aver chiesto infermieri e aver ottenuto pochissime unità, medici e vedersi rispondere non abbiamo risorse? E ancora: avere vaccini Pfzer o Moderna e vederli volare via verso altre aree vaste? Possibile, ma questo la politica si guarda bene dal dirlo perchè potrebbe scatenare quel meccanismo chiamato responsabilità che allora scoperchierebbe un sistema sanitario che nel fermano è stato sempre l’ultima ruota del carro marchigiano. Con la responsabilità bipartisan.
Il fatto stesso che i 40 sindaci della provincia non hanno fatto quadrato per difendere Livini la dice lunga sull’assioma prima la politica e poi i cittadini in un momento della storia umana dove diminuire il numero dei morti dovrebbe rendere tutti più umani.
Invece no. La sfilza di comunicati stampa di queste ultime ore la dice tutta. Il Partito Democratico difende la sua nomina, ovvero Livini; l’ex sindaco di Fermo, oggi Fdi, Saturnino Di Ruscio, si incensa commissario per via del consenso popolare delle ultime regionali. La Lega fermana sottovoce chiede a Livini “resta con noi” ma dall’altra fa l’occhiolino al suo assessore Saltamartini mentre il silenzio di Fratelli d’Italia nasconde la verità.
Già perchè diciamolo pure Fermo terra senza rappresentanze in giunta e cenerentola della sanità marchigiana interessa davvero ai signori della politica? No. Ecco allora che qualcuno potrebbe avere altri obbiettivi. Se l’Area Vasta di Macerata ha rinnovato con bando il direttore generale pochi mesi fa, il traguardo politico potrebbe essere la poltrona n.1 della sanità ascolana che ha nell’assessore regionale Castelli la rappresentatività. Anche lì, dicono i rumors politici, si sta combattendo per mettere il marchio del nuovo governo regionale. E non è che per caso che Livini sia il passe-partout per scardinare le nomine marchiate dal governo Ceriscioli?
Il consenso prima della salute?
Aspettiamo con ansia l’avviso pubblico, i curriculum per il dopo Livini e la scelta. È lì che troveremo la risposta a questi dubbi…