Prosegue senza sosta la ricerca dei complici del trentenne rumeno, già sottoposto ad una misura di prevenzione del Questore, identificato quale responsabile di numerose rapine commesse a Lido San Tommaso e Porto Sant’Elpidio ed accompagnato la sera dell’8 febbraio scorso presso un Centro di Permanenza per il Rimpatrio.
In pochi giorni, dall’inizio del mese di febbraio, una escalation delinquenziale nei confronti di persone in transito, donne e uomini, giovani ed anziani, spesso approfittando del buio per depredare con violenza e minaccia ogni loro bene utile per ricavare anche poche decine di euro, soldi, gioielli e telefoni cellulari poiché tutti, anche se non portano con sé altri valori o oggetti, di certo hanno sempre quello che ormai viene definito il 79° organo del corpo umano.
Quando poi lo smartphone non era utilizzabile, perché protetto da password, in alcuni casi il complice raggiungeva nuovamente la vittima chiedendo non meno di 50 euro in cambio della restituzione.
Se la notizia dei reati del rapinatore seriale ha tenuto banco per alcuni giorni, fino al fatidico, per lui, 8 febbraio, accrescendo inoltre il senso di insicurezza reale e percepita e la sua “cattura” è stata considerata dai cittadini onesti come una liberazione da una situazione di concreto pericolo per la propria incolumità fisica e patrimoniale, quella della identificazione dei soggetti che, distanti ma non troppo dal rapinatore, gli facevano da spalla e da palo intervenendo fisicamente in caso di reazione della vittima potrebbe avere un impatto mediatico minore ma è il segnale certo che per gli investigatori della Squadra Mobile un capitolo è chiuso solamente quando anche l’ultimo complice di una serie di azioni criminali viene individuato e segnalato alla Procura della Repubblica.
Così i due sodali di altrettante rapine sono stati di recente identificati e segnalati.
Era la sera del 6 febbraio scorso, a Porto Sant’Elpidio, quando due soggetti in sella a due biciclette si sono avvicinati ad un gruppo di tre giovani. Uno dei due “ciclisti” ha chiesto ad uno dei ragazzi se gli offriva una sigaretta ma il giovane non fumava e quindi ha risposto negativamente; probabilmente al richiedente non è piaciuta la secca risposta e dopo alcuni attimi ha preteso dalla vittima designata la somma di 20 euro ed il telefono cellulare che il ragazzo aveva in mano.
I due soggetti si sono poi allontanati con le bici, anch’esse quasi certamente di provenienza furtiva, poiché sono state trovate abbandonate poco distante.
Dalle prime acquisizioni e verifiche alle attività di indagine della Squadra Mobile il passo sembra breve ma le ipotesi investigative non sono fonti di prova che possano determinare un procedimento penale ed i segugi dell’ufficio investigativo anche questa volta sono andati a fondo, analizzando ogni situazione utile fino a identificare il rapinatore nella persone dell’ormai noto trentenne esteuropeo ed il complice in un cittadino nordafricano di circa trent’anni, irregolare sul territorio nazionale, senza fissa dimora ma gravitante nel quartiere di Lido tre Archi, conosciuto dagli operatori della Polizia di Stato per aver commesso reati contro il patrimonio, contro la persona e per lo spaccio di sostanze stupefacenti.
È stata una delle prime della serie di reati predatori violenti del trentenne rumeno, analogo per modalità a quelli che sono poi seguiti; questa volta a Lido Tre Archi.
Questa volta però dagli scarsi indizi forniti dall’aggredito, dalla conoscenza delle dinamiche criminali della zona e dagli elementi forniti dalla videosorveglianza cittadina sono derivate le fonti di prova per identificare, ancora una volta, il cittadino esteuropeo quale autore materiale della aggressione e della tentata rapina e un quarantenne africano, quale complice del primo, gravitante nella stessa zona e noto per aver commesso reati anche contro il patrimonio.
I due soggetti sono stati segnalati alla Procura della Repubblica. Le indagini della Squadra Mobile, come detto, proseguono per dare un volto ed un nome ai complici degli altri eventi criminosi violenti commessi dal cittadino rumeno in quei giorni, delitti cessati dal suo trattenimento presso un C.P.R. eseguito dalla Polizia di Stato.