“La recente comunicazione ai media, da parte del ministro delle infrastrutture Giovannini, del progetto di arretramento della ferrovia su alcuni tratti del nord delle Marche, con la prevista, scontata e non sorprendente attuale esclusione della costa maceratese – fermana – ascolana, ha provocato una levata di scudi da parte dei sindaci dei comuni più importanti del nostro territorio, in particolare del sindaco di Fermo, che ha del sorprendente” – inizia così la sua nota il coordinatore del Comitato Fermo al Centro Ugo Ciarrocchi che punta l’indice contro il primo cittadino fermano, reo di non aver fatto nulla per evitare il decentramento della politica del fermano in regione.
“Ci si chiede, infatti, se, nei mesi precedenti alla comunicazione del progetto da parte del Governo, qualcuno degli amministratori locali si sia avveduto che al Ministero si lavorava in tal senso e, conseguentemente, abbia intrapreso iniziative politiche, forti, ficcanti per contrastare all’origine l’esclusione del nostro territorio chiedendo le opportune modifiche del progetto; la risposta è scontata: probabilmente distratti dalla bella stagione e dalle decine di sagre e manifestazioni ludiche che si credono il miglior viatico per il benessere economico e sociale del territorio, il piccolo dettaglio dello studio ministeriale del progetto milionario di arretramento della ferrovia nelle Marche in corso è, ahiloro, sfuggito. E sono loro sfuggiti anche i ripetuti e accorati appelli di tante realtà associative del territorio che, puntualmente, sono rimaste inascoltate. Orbene, è evidente che la connotazione “civica”, e non politica, delle amministrazioni comunali, di cui Fermo è un esempio plastico, sia del tutto inadeguata per essere ammessi ai tavoli di discussione con la politica che conta: il “civismo” ha un senso nelle micro realtà, nei Comuni di poche migliaia, se non centinaia, di abitanti. Ma laddove le realtà urbane hanno una consistenza numerica e territoriale di rilievo, e magari sono anche capoluogo di Provincia, il “civismo” non può e non riesce ad uscire dai propri stretti confini. Evidentemente tutti i segnali in tal senso degli ultimi anni non hanno insegnato nulla” – spiega l’avvocato fermano.
“Il Sindaco, lamentando l’assenza di assessori regionali del fermano in Giunta, e quindi rinvenendo in questa circostanza il motivo di tale trascuratezza del nostro territorio, nel chiedere al presidente Acquaroli di inserire tra i nuovi assessori elementi fermani dimostra di non avere né rispetto istituzionale verso l’Ente Regione né conoscenza dei principi che ammantano l’azione politico – amministrativa della stessa: la Regione, infatti, per definizione deve curare, e cura, gli interessi di tutti i cittadini marchigiani, a prescindere dalla provenienza territoriale dei membri, in consiglio o in giunta, che ne facciano parte. Affermare che il fermano non sia rispettato perché non ha rappresentanti in regione conferma, una volta di più, la concezione medievale e campanilistica della politica fermana che, dopo essersi concretamente radicata nella città di Fermo, si manifesta, per fortuna ancora solo con il pensiero, anche al di fuori delle mura cittadine”.
“Ma chiunque, per assurdo, volesse dare una qualche fondatezza al ragionamento del Sindaco (“dobbiamo avere in Giunta rappresentanti fermani”) dovrebbe rammentare che alle scorse elezioni regionali, tenutesi contemporaneamente alle comunali ove l’attuale Sindaco è stato rieletto, di fatto, per acclamazione, le sue stesse truppe, ampiamente maggioritarie, non sono state in grado di far eleggere, in Regione, un rappresentante di Fermo; il valido e capace Saturnino Di Ruscio, dopo aver con efficacia e lealtà sostenuto, più o meno ufficialmente, alle comunali il candidato sindaco Calcinaro, è stato da questi impietosamente impallinato facendogli subire lo smacco di essere sconfitto, per pochissimi voti, dall’attuale consigliere regionale portelpidiense Andrea Putzu. E allora, di cosa stiamo parlando? L’assenza di rappresentanti fermani in Regione, che oggi ingenuamente il Sindaco chiede di inserire in forza del prossimo rimpasto, è, prima di tutto, responsabilità esclusiva della attuale coalizione che governa Fermo la quale, come sempre, si è preoccupata solo delle vicende interne alle mura castellane dimenticando che, al di fuori di queste, c’è tutto un mondo da cui dipende la sopravvivenza di questa città e del territorio che rappresenta” – conclude il coordinatore di Fermo al Centro.