La terna per il dopo Livini c’è. Doveva essere annunciata ieri ma è stata messa in freezer perchè i mal di pancia tra i politici locali e regionali sono molti. Un weekend strategico per limare le posizioni tra Lega e Fratelli d’Italia poi, nei primissimi giorni della prossima settimana, il direttore generale Asur Marche Nadia Storti invierà la scelta dei tre al Presidente Acquaroli e alla giunta per la nomima finale.
Bocche cucite tra i governanti e i consiglieri da Ancona a Fermo, nessuno che si azzarda a buttare la indiscrezioni, ma i rumors di incontri, cene e summit ci sono. E i nomi viaggiano… Senza parlare dei botta e risposta tra sindaci e ex amministratori, sindacati e comitati per l’autonomia.
Insomma una scelta attesa e non più derogabile per la salute di tutti: lasciare un territorio senza capoccia in periodo di pandemia é da scellerati ma evidenzia ancor di più il vuoto di figure dirigenziali che c’è nell’attuale maggioranza regionale.
Il nome più chiacchierato è quello di Alberto Carelli già direttore all’epoca di Spacca (2014/2015) e quindi riconducibile al centro sinistra di quel territorio fabrianese che in tema di sanità ha sempre messo le bandierine nel risiko regionale. Un non fermano, dunque, che non piace ai consiglieri de noantri. I vari Putzu, Marinangeli e Marcozzi hanno fatto sentire la voce spingendo per Ciarrocchi, Catalini e Scendoni ma anche qui i margini di successo sono impalpabili, più spot che altro.
Da Roma arriva il nome con peso specifico più consistente ed è quello di Paolo Zappalà sponsorizzato da Giorgia Meloni e già a capo della sanità di Pescara. Il nome però sembrerebbe non gradito alla Lega con l’assessore Saltamartini che ancora non ha sciolto la riserva perché quel Fdi che prende tutto non piace.
Il terzo papabile è il più strategico: Cesare Milani. Legato al territorio perchè di Montefalcone e, pur provenendo da una nomina al tempo di Ceriscioli, ha il timbro del manager puro. In più rientrerebbe in una giro di poltrone ad hoc per l’ascolano Guido Castelli sempre più proiettato al prossimo giro di politiche. Gli uomini giusti ai posti giusti rappresentano un bypass elettorale non indifferente. E tutto questi Acquaroli lo sa.
Tra questi tre nomi passa il futuro della sanità fermana quella del nuovo ospedale, dell’emodinamica, del nuovo direttore sanitario, dei primari che non scappano. A chi governa che spesso non ha la percezione del tempo va detto…presto che è già tardi!