Cresce il fronte critico sulla sanità fermana, torna a battere il chiodo il comitato che si è costituito per chiedere una personalità qualificata e del territorio a dirigere l’Area Vasta 4. Il gruppo guidato da Bruno Nepi, caposala all’ospedale Murri di Fermo con esperienza trentennale, oggi in pensione. Dopo l’appello alla dirigente regionale, il “comitato spontaneo dei cittadini del fermano per la sanità” si rivolge al presidente della Regione Francesco Acquaroli e all’assessore regionale della Sanità Filippo Saltamartini oltre che agli esponenti della Lega, il deputato Mauro Lucentini e il consigliere regionale Marco Marinangeli, entrambi fermani.
Il nodo è il direttore che dovrà sostituire il dimissionario Licio Livini. Sono 54 i candidati a ricoprire il ruolo in Area Vasta 4. La decisione avrà delle ricadute importanti nella piccola Provincia che è stata sempre l’ultima ruota del carro della sanità regionale e che punta tutto sul nuovo ospedale di Campiglione.
Il comitato guidato da Nepi, appoggiato dal gruppo della prima ora: Tania Gallucci, Giuseppe Diomedi e Federico Tentoni, si fa portavoce del sentire comune in Provincia, a proposito del nuovo ospedale «che rappresenta il più grande investimento nel Fermano». Pertanto, «è necessario che il nuovo direttore generale sia una figura di grande spessore professionale, oltre che medico, con elevata esperienza ospedaliera, capace di gestire le risorse e le competenze in una struttura complessa e seguire una pianificazione strategica, dinamica, capace di allinearsi alle evoluzioni tecnologiche».
Per il comitato «è vitale trasformare i punti deboli dell’attuale sanità fermana in fattori di successo competitivo e avanguardistico, come la chirurgia robotica». Il territorio chiede, si legge nella nota diramata alla stampa «una figura che riesca a contemperare le esigenze dei cittadini con le necessarie dinamiche per sviluppare una strategia efficace nel tempo. Una figura che garantisca una continuità di pensiero e azione, disponibile a elaborare gli errori e superare le inefficienze. Ora più che mai i cittadini sono più attenti alle scelte perché necessitano di una guida sicura, di alto valore professionale». Siamo ancora nella fase del toto-nomi. Entro luglio, comunque prima della pausa estiva, sarà nominato il post Livini.
Dalla Regione dicono che la politica resta fuori. Dunque chi è impegnato su questo fronte non avrà chance. Per l’incarico, da subito si era fatto il nome di Ciarrocchi, il responsabile del servizio di prevenzione, ma proprio la fuga di notizie potrebbe averlo bruciato e chissà che non si aprano le porte a una donna.