Alla vigilia delle restrizioni derivanti dalla zona arancione che inizieranno lunedì 7 febbraio, il governatore delle Marche Francesco Acquaroli, decide di dire la sua affidandosi al suo profilo Facebook ufficiale.
«Buongiorno e buona Domenica a tutti. Quasi sempre, seppur non perfettamente in linea con gli indirizzi del Governo, ho tenuto un atteggiamento collaborativo, riconoscendo anche la complessità della gestione della pandemia. Questa volta però non posso esimermi dall’esternare la mia forte perplessità non tanto per il passaggio di colore che ci toccherà da domani (lunedì n.d.r.), ma per l’approccio alla fase che stiamo vivendo nei nostri territori».
Un post, il suo, che ha lasciato il segno e che è stato accolto dalla rete con un bombardamento di reazioni e commenti, a controprova che il tema tocca da vicino moltissimi marchigiani: «Perfettamente d’accordo….quindi che facciamo? Continuiamo a obbedire e subire in silenzio, sapendo già che il treno in corsa si schianterà rovinosamente oppure alziamo la testa?» scrive Cristina nei commenti e non è la sola. «Sono 2 anni che fanno solo confusione e la gente è stanca e sfiduciata. Vedere le nostre città semi deserte e le attività allo stremo, ma ancora continuano a fare casino!! Basta!!» – grida Andrea.
Insomma, le nuove restrizioni governative non vanno proprio giù alle Marche che chiedono un colpo di reni, una reazione.
«La gente è stanca, disorientata, perplessa e sfiduciata, anche dall’enorme massa di prescrizioni burocratiche che cambiano di continuo. Ormai sono trascorsi due anni dall’inizio di questo incubo, e se in tante occasioni le chiusure e le restrizioni sono state necessarie, oggi sono percepite come un accanimento ideologico, ingiustificato e dannoso» – continua il presidente Acquaroli. «Secondo i tecnici e i consulenti del Ministero queste misure sono ancora necessarie. Non tocca a me esprimermi perché non sono né virologo né tantomeno medico ma, in questa occasione, non posso tacere le perplessità. L’impatto sociale ed economico è fortissimo, nei giovani, nelle piccole imprese e in molti ambiti però, davanti alla sicurezza e alla salute, davanti alla tenuta del sistema sanitario, nessuno ha opposto resistenza. Oggi la percezione è diversa, nei pronto soccorso, nelle terapie intensive e anche nelle strutture ospedaliere. Non voglio dire che è tutto passato, ci mancherebbe, ma la situazione è completamente diversa rispetto alle prime tre ondate».
Una fotografia autentica che però trova il limite dell’azione delle competenze regionali e così, quelle stesse persone sfibrate, perplesse e sfiduciate finiscono per attaccare proprio lo stesso presidente Acquaroli anche se in veste di portavoce di quel disagio: «Tante chiacchiere e basta, i fatti dove sono allora il presidente lo potrebbe fare chiunque anche io visto che non fa niente» oppure «Te ne sei accorto solo adesso?» e ancora «Si ribelli! È giunto il momento di fare il presidente di regione». Una vera e propria gatta da pelare. Cosa farà la Giunta regionale? Si adeguerà o alzerà la testa? Per il momento, scrive il governatore: «Dal Governo ci aspettiamo semplificazione e comprensione e, se davvero ancora le restrizioni servono, allora occorre aiutare le imprese, altrimenti facciamole lavorare».