Restano distanti le posizioni tra Snam e i residenti preoccupati per lo spostamento del metanodotto a Porto Sant’Elpidio. Il vicesindaco Daniele Stacchietti media ma arriva tardi sul problema e l’insoddisfazione serpeggia dopo il summit di mercoledì con il progettista della Snam che si appresta a far realizzare la nuova linea del gas che sostituirà la vecchia: un metanodotto che è un’opera di pubblica utilità per il Paese e che nel fermano passa su sette comuni: il capoluogo di Provincia, Porto Sant’Elpidio, Sant’Elpidio a Mare, Pedaso, Campofilone, Altidona e Lapedona.
Sono 77 km di gasdotto con 34 nuove linee secondarie di 17 km. Snam conferma «la disponibilità al dialogo con il territorio e una gestione trasparente dei rapporti con le istituzioni e la comunità» e ribadisce la conformità alle leggi vigenti di un tracciato sicuro, idoneo alle caratteristiche del territorio e meno impattante. Chiarisce anche i motivi della modifica del tracciato fino al progetto autorizzato: «messo a punto accogliendo pareri e osservazioni degli enti coinvolti e dei singoli proprietari interessati dal progetto pervenuti nel corso delle istruttorie autorizzative» rimarca, perché di fatto Porto Sant’Elpidio non ha presentato osservazioni e oggi ci sono quattro famiglie molto preoccupate che hanno chiesto di mantenere il tracciato vecchio, che non passa vicino alle abitazioni.
Quello di Stacchietti con la società nazionale metanodotti è stato «un confronto lungo e faticoso – fa sapere il numero due del comune portoelpidiense» che ha ottenuto chiarimenti e rassicurazioni, ad esempio, ha saputo che i sistemi di sicurezza saranno superiori rispetto alle previsioni con uno spessore del tubo di condotta di 16 millimetri anziché 10 e una fascia di rispetto (distanza dai punti sensibili) di 13,50 metri anziché 12.50.
Tuttavia, il progetto non convince Stacchietti che si domanda perché si interviene vicino alle case quando si sarebbero potute utilizzare solo aree agricole. Alla fine dei conti a Porto Sant’Elpidio è risultato che solo nel terreno di Rodolfo Rubicini si potrà aggiustare il tracciato, nel suo caso ci sono venti ettari di vigna da tutelare, una produzione di vino da salvaguardare. Per altri il problema rimane e c’è delusione da parte di persone che avrebbero messo volentieri a disposizione i loro tecnici per proporre un tracciato alternativo, ma con Snam non si sono potuti rapportare direttamente.