Bolle qualcosa in pentola, è proprio il caso di dirlo, nel mondo della ristorazione fermana. Dopo la protesta sulla statale a Porto Sant’Elpidio dello scorso 2 aprile c’è un certo risveglio della categoria a Fermo e Porto San Giorgio, su input dei coraggiosi ristoratori portoelpidiensi che sette giorni fa avevano manifestato.
Potrebbe essere stata, quella, la prima di altre manifestazioni che seguiranno, magari stavolta avvisando le autorità per non rischiare un’altra indagine della procura. Le associazioni di categoria fanno rete, Casartigiani, Cna e Confartigianato hanno sottoscritto un documento con tutte le richieste e sono in attesa di risposte dal Governo centrale. La referente comunale di Confartigianato a Porto Sant’Elpidio Milena Sebastiani dice «il confronto è sempre vivo, cerchiamo di riorganizzare qualcosa prossimamente, stiamo pianificando nuove azioni». Lo dice a conclusione di una riunione di un comparto intenzionato ad andare a fondo della questione, un settore che vuole riaprire in sicurezza, che chiede di tornare a lavorare.
«Siamo molto delusi e speriamo, con queste manifestazioni, di sbloccare la situazione, vediamo che in tutt’Italia si manifesta – dice Fiorenzo Talamonti – come funzionano i trasporti dobbiamo funzionare noi, diversamente resta impossibile da capire il senso di certe restrizioni».
Porto San Giorgio sembra una realtà più tranquilla rispetto a Porto Sant’Elpidio, meno battagliera, ma Alessandro Quinzi nel direttivo Cna sangiorgese si fa sentire «la nostra è la categoria che viene più vessata. Dopo che abbiamo sostenuto tutti i costi per protocolli che ci sono stati imposti e che abbiamo rispettato le cose sono due: o ci fanno riaprire o ci pagano sulle perdite, senza soglie di sbarramento al 30%, diversamente questa condizione non è più sostenibile».
Maria Laura Bracalente, responsabile dell’Agroalimentare in Cna interprovinciale parla del documento sottoscritto dalle tre associazioni «bisogna agire a livello nazionale – spiega – stiamo aspettando la risposta e dobbiamo stringere i denti ancora nel mese di aprile, questi giorni di chiusura sono l’ultimo sacrificio che si chiede alla categoria, non vorrei dare illusioni, credo che non si possa riaprire se non dopo il Primo Maggio».
Cosa chiedono al Governo Casartigiani, Cna e Confartigianato? La riapertura in sicurezza delle attività di ristorazione, di inserire i ristoratori fra le categorie prioritarie nel piano vaccini, l’estensione dell’orario lavorativo oltre le 18, l’immediata programmazione e ripartenza delle cerimonie che sono attività organizzate e dunque si svolgono in sicurezza.