Caro Santo Patrono oggi è il giorno dell’appartenenza, della comunità unita da una sola bandiera, della ricerca congiunta di prospettive sociali, economiche e lavorative. È il giorno del ricordo, ma anche dei buoni propositi per generare una città proiettata al domani in un momento storico molto particolare.
Solo tu, con il tuo carisma caro San Giorgio, puoi incentivare una città fatta e pensata a più mani, senza i limiti ideologici della politica dei pochi, per incentivare idee e progetti condivisi dai tanti. Occorre ripartire dalla partecipazione reale e non teorica dei partiti, dal dialogo e anche dall’abbattimento dei campanili, come ha detto ieri ai microfoni di Radio Fm1 il sindaco Nicola Loira. “Questa città anche volendo non ha possibilità di sviluppo – ha rimarcato il primo cittadino rivierasco – non ha spazio manco per collocare la nuova discarica comunale. Tutto il confine oltre il mare si chiama Fermo”.
Il nuovo ponte sul fiume Ete è la prima grande opera condivisa tra le due città che, insieme alla ristrutturazione del viadotto Valleoscura della scorsa estate, sono le passerelle di una futura congiunzione territoriale?
Una prospettiva che può sembrare sgarbata alla vigilia della festa del patrono, caro Santo, ma in ottica futura sembra non dispiacere anche a Fermo. “Una municipalità da 54 mila abitanti – ha commentato il primo cittadino di Fermo Paolo Calcinaro sempre nell’intervista a Radio Fm1 – , la terza delle Marche, la prima del sud Regione. Il che vorrebbe dire finanziamenti per capoluoghi da distribuire sue due realtà complementari: hotel, residence, spiaggia con servizi a Porto San Giorgio e campeggi, arenile libero e natura a Fermo. Il commercio, la storia, la cultura, i borghi: tutto per una grande realtà”.
Caro San Giorgio Nostro tu sai che da anni dibattiamo su nuovo lungomare, ciclabile, porto, sviluppo urbano ma senza quattrini: il volere è solo desiderio o promesse della politica. Che, al contrario, dovrebbe aprire gli occhi alla realtà di una città senza tessuto produttivo e con una sola economia. I grandi investimenti nascono da grandi interventi che oggi a Porto San Giorgio sembrano possibili solo con le vendite del patrimonio, ma di questi tempi sono miraggi che rischiano di trascinare in basso la vita della comunità.
Mai come ora chi si spende per governare la città ha bisogno di superare l’ individualismo e l’egocentrismo, due zavorre nel concetto di una Porto San Giorgio 4.0, habitat dei giovani d’oggi.