Sulle barriere antirumore delle ferrovie tornano a farsi sentire i componenti del comitato no al muro sì al mare. Il punto è che dallo scorso gennaio la Regione non ha fatto passi avanti in materia di contrattazione con le altre due regioni che, insieme alle Marche, si oppongono all’infrastruttura così come verrebbe realizzata, una muraglia alta fino a 8 metri che divide in due le località costiere, come Porto Sant’Elpidio, separando la parte est dalla parte ovest ed impattando significativamente sul territorio. Lo splendido mare adriatico verrebbe coperto agli occhi dei viaggiatori, che transitino sulla statale, in autostrada o sui binari. Il problema è molto sentito dai residenti dei comuni costieri, come Porto Sant’Elpidio, tanto che si erano venuti a creare dei comitati negli anni scorsi, prima che il coronavirus concentrasse l’attenzione tutta sulla pandemia.
Il comitato portoelpidiense si era formato nel febbraio 2019 ed è uno dei più attivi. Oggi si dice deluso dalla Regione e dalla politica, di destra e di sinistra. Il presidente del comitato Enzo Farina è disilluso: «noi ci stiamo impegnando – dice – ma da parte della politica, a destra e a sinistra, vedo tanto parlare e pochi fatti. Nessuno prende di petto la situazione. Si parla tanto di rispetto dell’ambiente in questi giorni ma la politica è sempre troppo lontana dalle effettive esigenze della gente. Ci sono solo promesse, speriamo torni la concretezza perché tutto quanto ci è stato promesso si sta disattendendo. Bisogna arrivare a una normativa che stoppi un disegno scellerato! Una legge vecchia di 20 anni».
Luciano Ciccolini, componente molto attivo del comitato, aggiunge «ad oggi è tutto fermo, aspettavamo una convocazione del presidente della Regione. Ci siamo incontrati a gennaio e ci aveva promesso che ci saremmo risentiti ma gli incontri non ci sono stati più e tutto tace. Eppure anche il presidente delle Ferrovie si è reso conto che le barriere sono eccessive, che l’altezza è spaventosa, che l’impegno economico è esagerato. È tutto sbagliato ma, se il legislatore non cambia la legge, le Ferrovie sono obbligate a mettere barriere fonoassorbenti alte fino a 8 metri».
La vecchia giunta regionale, con Luca Ceriscioli del Pd, su input proprio dei comitati che erano sorti in Regione, aveva ottenuto uno stop ai lavori, poi è subentrato il covid-19 che ha fermato tutto, economia e barriere. Ora la speranza è che la nuova giunta di centrodestra, guidata da Francesco Acquaroli, concerti con le regioni Abruzzo e Molise una qualche azione in grado di riscrivere il progetto e, quanto meno, dimezzare l’altezza delle barriere.