Qualcuno dovrebbe spiegarmi il senso di certe regole. Sulla proibizione di muoversi da un comune all’altro, ad esempio, mentre c’è libertà di andare in vacanza all’estero. Sul fatto che si possono comprare i profumi e non le scarpe, sul fatto che si può far fare la toelettatura al cane ma non ci si può tagliare i capelli dal parrucchiere. Se ne accorgono pure i sindaci di certe incongruenze. Tanto che il presidente regionale delle Autonomie locali italiane, ossia l’associazione dei comuni, posta su Facebook un messaggio che chiarisce come la pensa: «ok ai servizi di cura per gli animali – scrive Nazareno Franchellucci, presidente Ali Marche e sindaco di Porto Sant’Elpidio – ma allora coraggio! Fate aprire parrucchieri ed estetisti!». E poi spiega «come associazione prendiamo atto del fatto che la Regione Marche, con propria ordinanza, consentirà dal 30 marzo l’attività dei servizi di cura per animali. Nulla da eccepire su questo, capendo che può rappresentare per i possessori di animali un servizio utile e di igiene. Ma la domanda viene spontanea: allora parrucchieri ed estetisti, che già da tempo sono pienamente organizzati con sistemi di prenotazione e protezioni individuali, non svolgono un essenziale ruolo di servizio per la cura, il benessere e la salute di tutti? In particolare ci sono molte persone che, per particolari ragioni di salute o età, hanno assoluto bisogno di questa tipologia di servizi e che, da ormai quasi un mese, non hanno alcun tipo di possibilità di accedere a questi servizi o, forse, sono costretti a farlo in maniera non visibile» cioè in nero, aggiungo io.
«Crediamo che, che se la Regione ha ritenuto opportuno sbloccare il settore della cura degli animali, a prescindere dal fatto che dalla prossima settimana le Marche saranno o meno in zona arancione, è assolutamente necessario provvedere alla riapertura di queste attività, non solo per un settore in profonda difficoltà, ma per l’essenziale servizio alla persona che svolgono» chiosa Franchellucci.
Insomma, si prevede una settimana calda su più fronti perché, come dicono i tedeschi, le persone (in Germania ma anche in Italia) sono stanche e arrabbiate. Anche il presidente dei Villaggi Marche (associazione dei camping in seno a Confcommercio) Daniele Gatti si affida a Facebook per lanciare l’allarme sulle Regioni chiuse e le vacanze vietate in Italia a Pasqua mentre «in 2.500 sono in fila ai check in per le Canarie, mi viene da pensare che le compagnie aeree abbiano un peso specifico ben diverso rispetto agli operatori turistici del nostro paese!». Si capisce che se è vietata la gita ma non il giro del mondo c’è qualcosa che non riporta.