Non è uscita la terna dei candidati idonei a dirigere l’Area Vasta 4 dopo le dimissioni di Licio Livini ma il toto nomi imperversa e se ne sentono di tutti i colori.
A parlare con i politici che saranno chiamati a decidere, i requisiti sono due: capacità ed estraneità alla politica del soggetto in questione. Ovviamente tanta verità è nascosta in quello che i politici non dicono. Il virgolettato è la linea Maginot. Quasi sempre, per avvicinarsi alla verità, bisogna andare oltre. Così, mentre tutti, a sentirli, sono d’accordo. Parlano di competenza, capacità, serietà, si capisce che tra Fratelli d’Italia e Lega qualcuno vorrebbe metterci il cappello sulla sanità fermana. Se finora è stata prerogativa della sinistra, adesso svolta a destra ma dove? In quale direzione, verso Salvini o Meloni?
Questo è il dilemma sottaciuto in quel di Palazzo Raffaello, dove presidente è Francesco Acquaroli (FdI) e assessore alla Sanità è Filippo Saltamartini (Lega). Secondo una gola profonda del Carroccio, Fratelli d’Italia vedrebbe con favore Giuseppe Ciarrocchi, direttore del dipartimento di prevenzione che ha affiancato per anni il dimissionario Licio Livini. Ciarrocchi vicino a Mario Andrenacci, l’ex sindaco di Porto Sant’Elpidio che l’ha avuto in giunta in qualità di assessore ai Servizi sociali. Cosa che fa accapponare la pelle ai leghisti. Non sia mai la sinistra, ancora, ad amministrare gli ospedali. E non solo.
In questa situazione s’innesca un altro nome dibattuto in queste settimane, quello del chirurgo Giambattista Catalini, candidato alle ultime regionali con l’Udc, quindi in area di centrodestra. Catalini è sponsorizzato dal comitato fermano capeggiato dall’ex caposala all’ospedale Murri di Fermo, Bruno Nepi, che del primario dell’ospedale camerte dice «è uno che ha tutti i titoli per essere il nuovo direttore d’Area Vasta 4, i fermani lo chiedono e secondo noi è l’uomo giusto perché competente».
Ma quanto contano i fermani nel decidere chi sarà ai vertici? Scucire un nome agli esponenti regionali è impossibile. «Non abbiamo nomi – dice il consigliere Andrea Putzu di Fratelli d’Italia – non abbiamo nostri iscritti in corsa e riteniamo che il direttore non debba essere una figura politicizzata (quindi fuori Catalini, ndr) ma debba essere capace di risolvere i problemi».
Il deputato leghista Mauro Lucentini ci tiene, soprattutto, a che non abbia rapporti con il passato (quindi fuori Ciarrocchi, ndr). «Bisogna darci un taglio. Il requisito è la professionalità da manager» avverte. Poiché la delega alIa Sanità in Regione la detiene Filippo Saltamartini del Carroccio, è il caso di sentire anche gli altri esponenti del partito.
Il consigliere regionale Marco Marinangeli fa sapere che «non tifiamo per nessuno, la terna che ci verrà proposta dalla dirigente Asur Marche Nadia Storti sarà oggetto di confronto con tutte le forze della maggioranza. La Lega avrà un peso specifico ma non sarà un’imposizione, bensì un confronto».
Il consigliere comunale a Fermo Gianluca Tulli ne approfitta per una tirata d’orecchi al Pd: «bisogna scegliere i migliori – esordisce – il sistema deficitario lo ha creato chi ha governato la Regione per 25 anni. Il modello va rivisto, alla direzione d’Area Vasta 4 va una persona valida. Non conta che sia del fermano o no. Ottimale è che lo sia ma determinante è la competenza». Nel prosieguo delle riflessioni, il leghista si toglie qualche sassolino dalle scarpe: «mi stupisco dei molti interventi sul tema cui assisto, cosa che non è mai successa negli ultimi 20 anni. Hanno smontato la sanità e il sottoscritto lo sottolineava. Ora, guarda caso, cambia il governo regionale e si accorgono che siamo la Cenerentola d’Italia. Io lo dico da 15 anni ma nessuno dalla maggioranza, allora Pd, ci dava peso. Lasciavano correre tutto. Anche nei primi cinque anni di amministrazione Calcinaro è successo. Sono convinto che l’assessorato regionale, che fa capo alla Lega, saprà scegliere la persona più competente tra quelle selezionate, per ridurre il gap».